________________________________ Pochi ed eletti: La mitica squadra ideale degli Yankees

Dedicato a Ilaria Molossi

di Michele Dodde

Edito nel 2005 a cura della Triumph Books di Chicago, il libro “Few and Chosen” (Pochi ed Eletti) ha il pregio di delineare in modo impeccabile una particolare sfaccettatura della storia dei New York Yankees, nati nel 1903 e conosciuti per i primi 10 anni come New York Highlanders, in sintesi la squadra più famosa, la più celebrata, la più conosciuta, la più rinomata ma anche la più denigrata tra le franchigie del baseball statunitense. 

Una storia intensa quella degli Yankees corroborata da campionati vinti, vicissitudini umane ed una nutrita selezione di ben 33 giocatori e 4 manager ad impreziosire le bacheche della mitica Hall of Fame. Ma fra i tanti giocatori o eroi degli anni più andati quali Babe Ruth, Lou Gehrig, Joe di Maggio, Mickey Mantle, Yogi Berra (tutti generosamente rievocati anche sullo schermo cinematografico e più volte), Bill Dickey e Phil Rizzuto per non tacere poi di Derek Jeter, Mariano Rivera, Paul O’Neill, Bernie Williams e Tino Martinez, chi fra tutti questi può essere giudicato il meglio del meglio di tutti i tempi nel proprio ruolo per simboleggiare la ideale squadra degli Yankees in senso assoluto?

 

Whitey Ford e Phil Pepe in una foto polaroid autografata
Whitey Ford e Phil Pepe in una foto polaroid autografata

A chiosare questa curiosità, nata all’ombra di un camino acceso durante la pausa invernale, con grande consapevolezza è stato Whitey Ford con la collaborazione di Phil Pepe.

 

Phil Pepe, presidente onorario della Baseball Writers Association of America ha nel suo personale palmares la lista di ben 36 libri di sport tra cui la biografia di Yogi Berra ma soprattutto Phil è stato il mentore degli Yankees per il quotidiano New York Daily News dal 1968 al 1981.

 

Whitey Ford invece è stato “semplicemente” un prestigioso lanciatore che ha passato la sua lunga carriera, ben 16 anni, esclusivamente nel roster degli Yankees. Insignito anch’egli dell’onore della Hall of Fame nel 1974 con il suo numero di casacca, il 16, ritirato dalla lista degli Yankees ed un record di 236 partite vinte, 1956 strike out ed un ERA di 2,54 con  ben 10 gare vinte nelle World Series, “The Chairman of the Board”, come veniva chiamato, avendo giocato con alcuni citati famosi giocatori ed a conoscenza di specifici e caratteriali aneddoti dello spogliatoio è divenuto di fatto il più accreditato studioso della storia degli Yankees e questo suo contributo, oltre ad umanizzare e tecnicamente presentare i personaggi, li trasmette con grande qualità alla storia del Baseball americano. Se poi si constata che la prefazione a “Few and Chosen” è stata scritta da Yogi Berra, ecco che il libro diventa un’icona di tutto rilievo.

La pagina 102 con Joe Di Maggio e Mickey Mantle
La pagina 102 con Joe Di Maggio e Mickey Mantle

Nei vari ruoli, dopo aver esaminato pregi e difetti dei giocatori, Ford indica a suo giudizio i cinque migliori ma è nel delineare i primi che emerge l’ideale squadra degli Yankees valida in tutti i tempi.

 

Dunque a ricevitore come uomo di regia c’è Yogi Berra con 2116 partite giocate e 358 home run realizzati.

 

A completare poi il telaio difensivo in prima base viene scelto Lou Gehrig con 2164 gare all’attivo e 493 home run, in seconda base Tony Lazzeri con 1658 gare e 169 home run mentre all’hot corner Graig Nettles con 1535 gare e 250 home run e nel funambolico ruolo di interbase Derek Jeter con 786 gare e 78 home run.

 


Pagina 123 con Babe Ruth
Pagina 123 con Babe Ruth

In campo esterno a primeggiare a sinistra Dave Winfield con 1172 gare e 205 home run, al centro l’incomparabile Joe Di Maggio (Mickey Mantle secondo) con 1736 gare e 361 home run ed a destra il mai tanto decantato Babe Ruth con 2084 gare e 659 home run.

 

Sul monte di lancio innanzi a tutti Red Ruffing, quale lanciatore destro, con 231 gare vinte e 124 perse e 1526 strike out, e tra i lanciatori mancini Lefty Gomez con 189 gare vinte e 101 perse e 1468 strike out. Ma la squadra ideale designata da Ford indica anche Mariano Rivera quale miglior lanciatore di rilievo con 33 partite vinte, 17 perse su un totale di 322 giocate con 395 strike out all’attivo.

 

E nel dogout a dirigere il team viene indicato, e non si può che essere d’accordo, il mitico Charles Dillon “Casey” Stengel, manager degli Yankees dal 1949 al 1960 con 1149 partite vinte e 696 perse. 

Nella foto "Ping Bodie" Francesco Stephano Pezzolo
Nella foto "Ping Bodie" Francesco Stephano Pezzolo

Un libro di particolare interesse dunque, ricco di foto datate e ben articolato anche per le personali vicissitudini e notizie tra cui quella relativa all’esterno Ping Bodie, il cui vero nome era Francesco Stephano Pezzolo, ovvero il primo italoamericano a giocare per gli Yankees a partire dal 1918.

 

Proveniente da San Francisco, questi iniziò la sua carriera nella major league con i Chicago White Sox nel 1911, poi nel 1917 passò agli Athletics di Filadelfia per finire infine agli Yankees dove fu il primo di una lunga serie di italoamericani a giocare nella squadra della Grande Mela.

 

A dirla tutta Ford precisa che Ping Bodie fu di fatto anche il primo italoamericano a giocare in major league: a me risulta invece essere stato l’interno Eddie Abbaticchio, di chiare origini napoletane, a debuttare nel 1897 in major league con il Philadelphia, ma queste sono solo lievi divergenze che nulla tolgono alla preziosità del libro. Da leggere.


Desidero dedicare questa recensione ad Ilaria Molossi, grande appassionata di baseball e soprattutto degli Yankees di cui questo libro parla con la certezza che da oggi negli Elysian Field Lei li potrà veder giocare da vicino. Ciao Ilaria.


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