________________________________ Rilanciare il baseball? Ognuno faccia la sua parte

La formazione della Fortitudo Bologna sponsorizzata Amaro Montenegro Campione d'Italia 1972
La formazione della Fortitudo Bologna sponsorizzata Amaro Montenegro Campione d'Italia 1972

di Mauro Paglioli

Presentazione di Paolo Castagnini

Ricevo queste riflessioni di Mauro Paglioli che non ha bisogno di presentazioni, ma per chi non lo conoscesse può trovare la sua scheda all'interno del sito semplicemente cliccando sul suo nome. La sua analisi e le sue proposte le inserisco integralmente in questo articolo nella speranza che altre persone, che così come Mauro hanno dato molto al baseball e softball, possano imitare la sua voglia di rinnovare e di ridare al nostro sport l’immagine che merita. Buona lettura.

Da Mauro Paglioli

Complimenti Paolo, per aver sollevato il problema, per lo studio, per le proposte e per aver sollecitato altri interventi e tanto interesse!

Un saluto a Franco (Ludovisi n.d.r.)ed a tutti i commentatori.

Sicuramente è importante parlarne, anch’io credo che non si possano fare paragoni col passato sui numeri in assoluto, sono cambiati i tempi e gli anni ’70 non torneranno mai più.


Oltre a quanto di interessante è già stato detto, aggiungo però che molte delle cose proposte oggi, negli anni ’70 c’erano: le partite duravano meno, si giocava tutta l’estate, in campo si correva, i giocatori italiani (e forti) c’erano, ma soprattutto il pubblico allo stadio faceva “il tifo”, un “TIFO” della malora (e non erano tutti ex-giocatori, c’erano famiglie intere), anche perché “poteva” affezionarsi ai propri beniamini; i forti giocatori c’erano e c’erano continuativamente tutti gli anni, non venivano “presi a cottimo” (stranieri, ASI, oriundi, italiani, ecc. …) come ora.

Mauro Paglioli con la divisa del Modena quando era il Manager (Foto tratta dal sito www.baseball.it)
Mauro Paglioli con la divisa del Modena quando era il Manager (Foto tratta dal sito www.baseball.it)

C’erano i tifosi e, di conseguenza, i giornali ne parlavano perché vendevano più copie (qualcuno ricorderà che a Bologna c’era il ritrovo alla Stazione Centrale, dopo la partita del sabato sera, per andare a comprare almeno due giornali (Stadio e Carlino) e leggere le diverse opinioni (direi “fazioni”) ancora “calde” di stampa.


Resta il fatto che io, dopo ca. 50 di baseball, faccio fatica (anche se poi me lo impongo) a restare allo Stadio fino all’ultimo out e, purtroppo, quando guardo le partite per televisione mi “appisolo”, mi salva solo MY SKY che mi permette di tornare indietro un attimo e di vedere il valido, l’azione, che avevo perso con gli occhi chiusi.


Ma io non faccio testo, bisogna portare “gente” allo Stadio e bisogna fare in modo che “ci stia bene”! Come hai detto tu ed altri.


Ma chi può organizzare queste attività, queste iniziative, ecc ….?

Principalmente le SOCIETA’, poi la Federazione (la Lega non esiste, dopo almeno 30 anni di tentativi) ed è detto tutto!

Sono d’accordissimo che sarebbe sufficiente impiegare meglio gli euro (e le risorse mentali ed organizzative) di 1 giocatore straniero per ogni squadra (io direi anche di più di 1 (giocatori, tecnici, ecc. …)), ma chi deve e può decidere semplicemente “NON LO FA”!


Certo che vedere giocatori nelle finali scudetto, dove un giocatore (se gioca) al massimo gioca 1 partita al giorno, SOLO (massimo) 7 partite in 16 giorni ed a solo 5 mesi dall’inizio del campionato (dovrebbero essere al massimo della forma psico-fisica), che si “trascinano” per il campo, che sembrano “STANCHI”, che non riescono a rimanere “concentrati” per due lanci consecutivi, che non corrono neppure casa-prima o terza-casa, anche per fare un punto, è veramente deludente e difficilmente può avvicinare spettatori, né allo Stadio, né davanti alla televisione.


Che fare?


Occorrerebbe che ognuno facesse la sua parte, DIRIGENTI, TECNICI, GIOCATORI, ARBITRI ed ex-dirigenti, ex-giocatori, ecc. …, penso che si tratterebbe di molte decine di migliaia di persone, anche se non ho mai fatto il conto.


Io per quello che posso ora, nell'anno scolastico 2014-2015, insieme all'amico e tecnico Roberto Moschin, proveremo a far conoscere il Baseball, sperando di riuscire a farli divertire un po’, a circa 800/1.000 bambine e bambini di terza, quarta e quinta elementare; oltre a far conoscere qualcosa del nostro meraviglioso sport a ca. 50 insegnanti e ca. 1.500 genitori.

E’ una goccia, ma spero possa essere un inizio.


Per finire, credo però che occorra una presa di posizione forte e precisa, con dei “soldi”, da parte delle Società principali, per tutte quelle attività, iniziative, ecc. …, che sono state indicate, che, penso, in breve si ripagherebbero da sole e forse, in qualche anno, anche con gli interessi!


Mauro Paglioli.


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Commenti: 3
  • #1

    eziocardea@hotmail.it (mercoledì, 27 agosto 2014 18:47)

    "Sono d’accordissimo che sarebbe sufficiente impiegare meglio gli euro (e le risorse mentali ed organizzative) di 1 giocatore straniero per ogni squadra (io direi anche di più di 1 (giocatori, tecnici, ecc. …)), ma chi deve e può decidere semplicemente “NON LO FA”!"

    Se quel "chi non lo fa" è riferito alle società, credo di poterle assolvere perché chi lo facesse sarebbe svantaggiato rispetto a chi se ne infischia. Dovrebbero quindi farlo tutte le società, ma per ottenere questo è necessario che la Federazione imponga dei limiti senza temere ribellioni o inosservanze perché si tratterebbe di imposizione a costo zero.
    Fraccari stesso, del resto, ebbe a dichiarare qualche anno fa che si era ecceduto nella "scorciatoia" degli stranieri, ma poi in concreto poco o nulla è stato fatto al riguardo.
    Morale, gran parte delle risorse economiche derivanti dalle sponsorizzazioni delle società di IBL continuano a scivolare via oltre oceano mentre la "base" continua a sopravvivere (ed è già un miracolo) grazie agli sforzi eroici di chi lavora nell'ombra, fuori dai riflettori concentrati solo sulla prima serie e senza le risorse che solo da quel palco possono derivare.

  • #2

    Giuseppe (domenica, 31 agosto 2014 17:32)

    Cari Amici,
    leggo con molto piacere queste riflessioni, sgomberando il campo dalle polemiche, penso che ora sia inutile piangerci addosso sugli “orrori” commessi in passato e quelli che ancora trovano spazio nel nostro baseball.
    Andiamo alle soluzioni e per ordine.
    È vero gli stranieri, gli oriundi, Asi…. mal gestiti hanno distrutto il baseball, diciamolo chiaramente le società con il bene placido della Federazione prendevano giocatori per il campionato già belli e pronti, senza doversi impegnare nel settore giovanile, la cosa peggiore che poi ce li trovavamo anche in nazionale!
    Ora visto anche il periodo storico economico che vive il nostro paese, e forse non tutti i mali vengono per nuocere, sempreché se ne faccia tesoro, la Federazione, principale responsabile di questa situazione, secondo il mio modesto parere, dovrebbe indurre le società ad investire sui tecnici e giocatori italiani, rendendo possibile la presenza al massimo di due giocatori stranieri per squadra ed un solo tecnico straniero. In tal modo, si stimolerebbero le società alla ricerca di giocatori e tcnici stranieri di valore eccelso, rendendo obbligatoria l’attività giovanile senza deroghe.
    Un tempo in Italia erano presenti molte più società di oggi, ci sono posti della nostra penisola dove la squadra più vicina è a 100 chilometri, pensate ai costi e alle difficoltà sul come affrontare le attività soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile.
    La Federazione dovrebbe imporre ai comitati regionali come loro mission quella di far nascere sul territorio altre società, rendendo la carica di presidente incompatibile con altri incarichi con società sportive operanti sul territorio. Lo stesso dicasi per i delegati regionali del cnt, indicargli dettagliatamente cosa devono fare, es. organizzare almeno due incontri l’anno con gli allenatori per trattare di aspetti tecnici. Il Cnt nazionale dovrebbe essere errante, non concentrare tutto a Tirrenia, ma andare in giro per l’Italia, magari facendo concentramenti di più Regioni, es. Roma per il Lazio e le Regioni confinanti.
    Il tutto dovrebbe essere svolto sotto l’occhio vigile della Federazione pronta ad intervenire dove nota immobilismo e mancanza di risultati.
    Nella mia città, Caserta, dal 2008 al 2012 con la società Rennets ho svolto esclusivamente attività giovanile con progetti scolastici. E’ vero abbiamo contribuito a far conoscere il baseball a molti ragazzi, portandone alcuni al campo, è stata una bella esperienza, ma le difficoltà erano notevoli, la squadra più vicina era a Salerno (90 km), partecipavo ai campionati con la base Nato di Pozzuoli (50 km), le cui partite venivano svolte solo il sabato mattina, quando i nostri ragazzi andavano a scuola, invece se avessi avuto altre squadre nei dintorni sarebbe stato tutto più semplice ed economico. Quindi, ero costretto a partecipare a tornei fuori regione per far giocare un po’ i ragazzi.
    Quest’anno ricominceremo dopo lo stop che abbiamo subito per l’indisponibilità del campo, che speriamo si risolva definitivamente, e faremo sicuramente la nostra parte.
    Queste sono mie riflessioni buttate giù di getto.

  • #3

    Riccardo Schiroli (martedì, 30 settembre 2014 09:40)

    Le considerazioni di Mauro sono interessanti, ma c'è una cosa da sottolineare: negli anni '70 (e '80, e '90 e parte dei 2000) non è vero che si giocava tutta estate, perchè di solito tra luglio e agosto la stagione veniva sospesa per un mese per l'attività internazionale