
Quando il CUS LECCE divenne una realtà del baseball pugliese
Nel Salento, ed a Lecce in particolare, il baseball è giunto dopo ben 24 anni dalla mitica partita del 27 giugno 1948 quando al campo Giurati il Milano b.c. incontrò la formazione degli Yankees, sempre di Milano, e che di fatto fu la prima partita ufficiale giocata tra giocatori italiani. E’ giunse anche in modo insolito grazie ad un cineforum che proiettò prima Cameraman, dove l’eccezionale Buster Keaton parodiava le migliori inquadrature di questo sport con un inimitabile brano di antologia classica, e successivamente con il tenebroso Fear Strike out (prigioniero della Paura), con un Anthony Perkins in odore di oscar, dove però pochi intuirono e/o capirono il dramma del protagonista.
Infine il 21 dicembre 1972 quando chi scrive tenne presso il Panathlon Club Lecce la conferenza “Baseball, sport del futuro”. Per quei panathleti fu una piacevole sorpresa di realtà sportiva ed il presidente fondatore di quel Club, l’ing. Mario Stasi, mitico uomo di sport di notevole e riconosciuto spessore, altresì presidente e fondatore del Cus Lecce, mi invitò a dare seguito divulgativo presso il centro universitario.
Fu così che sotto la carismatica ed entusiastica spinta emotiva dell’ing. Mario Stasi, e sotto la mia guida tecnica, si iniziò a novembre del 1973 a svolgere lezioni teoriche e pratiche a gruppi di universitari ed universitarie per poi incominciare a contendersi con decisione i miei due guanti e due mazze che già a quel tempo avevano visto e praticato diversi campionati ed erano in attesa della pensione.
Crebbe così anche l’entusiasmo ben motivato da inaspettate coincidenze: la presenza causale di ben tre quotati giocatori di baseball che in quel periodo stavano svolgendo il servizio militare presso la locale Scuola Truppe Corazzate: il padovano Roberto Bonomo, eclettico lanciatore e grande figura di atleta e serietà, il romano Michele Tabusso, preciso ed armonioso nel suo ruolo di ricevitore e dal Friuli Venezia Giulia Domenico La Forgia, statuario prima base cui nulla sfuggiva.
Con il loro aiuto e nuove e complete attrezzature, tra lo stupore dei più, furono assemblati i telai e lo spirito goliardico giusto di due formazioni: quella del baseball e quella del softball, ed all’inizio dei campionati nel maggio del 1974 le due squadre erano pronte.
Alla presentazione, con il mitico completo viola tanto caro all’ing. Mario Stasi (in segreto sempre gran tifoso della Fiorentina), berretto nero-arancione, calzettoni bianchi e scarpe nere a formare la divisa, i giornali locali salutarono le due franchigie matricole con “un pizzico di presunzione in più” che mai in realtà abbandonò la qualità di quegli atleti.
Il CUS Lecce softball in verità pagò lo scotto di una preparazione allora difficile per le giocatrici a causa di una limitata scelta che caratterizzava l’attività femminile al sud ma la loro ammirevole volontà di proseguire, apprendere e migliorare richiamò più volte l’affetto e la simpatia di Renato Germonio, allora genio e divulgatore della specialità, tanto che la successiva diaspora si concretizzò con le Silver Wings di Galatina, le Pink Panthers di Salve, le Blue Chips e le Bouldozers di Lecce.
Diverso e prorompente invece fu il debutto del CUS Lecce baseball che contro tutte le aspettative delle squadre regionali più blasonate incominciò a dare spettacolo e fascino andando a vincere subito il loro primo campionato di categoria dominando alla grande contro il b.c.Fulgor Foggia, il Bari, il Potenza ed anche contro la seconda squadra foggiana, quel b.c. Foggia che fu l’unica a decretare l’unica sconfitta subita dagli universitari.
Subito archiviata la disponibilità di un campo di gioco realizzando all’interno del Velodromo degli Ulivi in Monteroni il necessario diamante, da quell’anno e sino al 1980, il CUS Lecce tenne sempre banco divenendo punto di interesse e di sviluppo e memorabili sono rimaste le visite del presidente Bruno Beneck nel 1977 e poi nel 1979 poiché là dove arrivavano i berretti nero-arancione e le maglie viola si era certi di uno spettacolo di prim’ordine e di una passione sportiva da interessare a lungo i media e le locali nascenti televisioni.
Ed era solo alle finali nazionali che gli universitari leccesi in tutti quegli anni vennero superati in quanto la loro tenuta tecnica si rivelava non corroborata da esperienza. Tuttavia molti gli aneddoti e poi i ricordi: da un’intera notte passata all’addiaccio a causa della rottura del pulman sulla ss 16 ai panini mangiati frettolosamente per pranzo, dal caldo afoso che imperlava la fronte alle levatacce domenicali (le trasferte più vicine sommavano, tra andata e ritorno, a circa 600 km.), dalle meravigliose prese al volo alle micidiali battute fuori campo, dai doppi giochi agli errori più semplici…ricca così appare l’antologia di questa squadra diventata realtà anzitempo.
Come non ricordare allora l’eleganza dei lanci di un Roberto Bonomo trasmessa poi al promettente Luigi Sozzo ed all’eclettico e selvaggio Umberto Pini, la calma spettacolare di Domenico La Forgia a difesa della prima base, il coordinamento del gioco vanto del ricevitore “rosso malpelo” Michele Tabusso e del suo erede Carlo La Penna, la temerarietà del “capitano” Benvenuto Coluccia e la grinta di Piero Lefons poi accasatosi quale tecnico, il debutto e la continuità di dirty trick Raffaele Zappia, gli estrosi e costruttivi Francesco Guido e Fernando Gianfreda, le rocambolesche giocate dei fratelli “cecio” Ceciarini: Alex, Max e Adolfo, l’amerikano Carlo Orlanducci e via via i giovanissimi Nereo Pantaleo, Sergio Lorio, Luciano Ancora.
E significativo fu anche l’inizio del vivaio che vide il CUS Lecce sempre protagonista alle finali regionali dei Giochi della Gioventù.
Poi il mondo del lavoro e le forzate emigrazioni dei primi slugger fecero sfumare la vitalità compatta di questa squadra con il definitivo scioglimento. Dalle ceneri sorsero i Choppers di Galatina, i Jumbo Jet e Arci Uisp di Lecce e la Fiamma Maglie che si affiancarono all’emergente Matino.
E fu un simbolico quanto convinto passaggio della fiaccola. Ed ancora oggi, durante le trasferte, si intona sempre qualche canto goliardico….
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