________________________________ Ma come lo vediamo noi il nostro baseball?

di Paolo Castagnini

Il film di Paolo Sorrentino: “La grande bellezza” vince l’Oscar come miglior pellicola straniera. Perché mai questo film se pur indubbiamente ben fatto da uno dei nostri migliori registi vince addirittura l’Oscar?

Io non ho visto il film naturalmente, ma solo il trailer che la TV ci propone negli ultimi giorni, trailer che ci mostra un’Italia forse non del tutto reale. Il film non è piaciuto alla critica europea come ad esempio alla Francia. Perché al contrario è piaciuto così tanto agli Americani? La risposta da un’esperta critica cinematografica è stata: “Perché rappresenta come agli Americani piace vedere l’Italia e gli Italiani”. 

Sabato scorso ho pubblicato un articolo uscito su Ambassador, una rivista USA edita da Italo/Americani a cui abbiamo dato il titolo: Come gli Americani vedono il baseball italiano. A onor del vero l’articolo era già stato pubblicato lo scorso anno da Baseballmania con la traduzione in italiano, ma mi era sfuggito così come la segnalazione dello stesso sul sito Federale.

 

Nel mio profilo Facebook alcuni amici hanno commentato in vari modi e devo dire che questi commenti mi hanno particolarmente stimolato a riprendere l’argomento.

Inizio dalla dura critica di Roberto Bugané che da rigoroso storico qual è si scaglia contro detto articolo che descrive la nascita del baseball in Italia, definendolo errato e approssimativo. Comprendo perfettamente le critiche di Roberto, ma credo che le intenzioni dell’autore non erano quelle di descrivere  ai conterranei un testo storico, ma più un quadro generale delle origini del baseball in Italia e della sua evoluzione, il tutto imbellettato con visioni pittoriche del nostro paese.

 

Quello che però trovo più interessante e anche più criticato dagli amici su Facebook è proprio il tema di “come ci vedono gli Americani”.

 

Inizio dal livello tecnico:

” Bidini paragona la Serie B al Singolo-A o Rookie League americana, mentre la IBL può essere considerata una Doppio-A o forse un Triplo-A.

Quindi giudizio tecnico lusinghiero!

 

La maggior parte del testo si sofferma però su ciò che sta fuori del campo:

La differenza? In Italia il baseball è una competizione a suon di decibel tra le campane della vicina chiesa e l’allenatore che inveisce gridando contro l’arbitro. La rumorosità dei tifosi armati di trombe, tamburi, a volte anche di fuochi d’artificio, distraggono arbitri e squadra avversaria. E’ una caratteristica tutta italiana.

 

E poi prosegue:

“Impossibile cambiare il carattere degli italiani, specialmente quando il risultato è stretto o quando sono insoddisfatti dell’arbitraggio. L’arte di contestare, il modo in cui lo fanno, fa parte del loro tessuto culturale”.

 

Poi chi scrive si sofferma su un tema caro agli americani, cosa succede sulle tribune durante le partite?

E se pensi che il baseball italiano è bizzarro, è proprio così.  Al settimo inning si alzano a cantare “Take Me Out to the Ball Game” in inglese (versione italiana di Rita Pavone “Il ragazzo del baseball”, ndr)!

E che dire del cibo? Negli stadi italiani la pizza è una rarità, ma  hamburgers, hot dogs, noccioline e popcorn non mancano.

 

Concludendo la parte più interessante:

I giocatori italiani si esaltano molto, e non solo emotivamente. Bevono caffè espresso prima e durante la gara, racconta Dave Bidini, nel suo libro “Baseballissimo: La mia estate nelle leghe minori italiane” aggiungendo che gl’italiani sono anche troppo passionali pure senza l’uso della caffeina. “Amano il baseball.  Le sconfitte sono esageratamente sofferte, mentre toccano il cielo con le mani dopo ogni vittoria. Una passione prettamente mediterranea”.

 

Ciliegina sulla torta la considerazione finale:

“Il baseball italiano è quello che è, e bisogna accettarlo per quello che è” sostiene Tony Lonero, responsabile del reclutamento di giocatori stranieri per il Nettuno.

 

Tutto vero o è così che agli Americani piace vedere gli Italiani? Forse un po' ambedue le cose.

 

Questi spunti molto interessanti ci pongono dei quesiti a mio avviso importanti.

Ma noi come lo stiamo giocando il baseball? E ancora: Ma noi come lo stiamo guardando il baseball?

Ecco che già dividendo l’argomento in due ci possiamo porre due differenti obiettivi:

  1. Il baseball come sport giocato
  2. Il baseball come passatempo guardato

Sono due domande che hanno due risposte dovute ad obiettivi quasi sempre differenti. Questo è già un primo insegnamento che viene da chi ha molta più esperienza di noi: Gli Americani appunto!

 

1- Il baseball come sport giocato. L’obiettivo è quello di elevare il livello tecnico il più possibile e in secondo luogo mettere a confronto squadre il più possibile simili tra loro. Terzo e non ultimo valorizzare i nostri talenti Italiani, Come possiamo migliorare il livello il più possibile, salvaguardano la scuola italiana?

  • Avere in campionato giocatori più bravi possibile indipendentemente dalla loro provenienza: Italiani, Stranieri, Oriundi.
  • Regolamentare in modo intelligente la scuola italiana.
  • Giocare il maggior numero di partite possibili
  • Organizzare i campionati in modo che i giovani giocatori Italiani migliorino il loro livello sempre di più per essere competitivi con i migliori giocatori come scritto al primo punto
  • Mettere in essere un Progetto di grande divulgazione per reclutare giovani e giovanissimi futuri giocatori

2- Il baseball come passatempo guardato. L’obiettivo è quello di aumentare sempre di più il numero di persone che entrino in uno Stadio di baseball non necessariamente con lo scopo di vedere una grande partita, ma puntando sul benessere e il piacere di esserci. Come possiamo fare per aumentare le persone presenti in uno stadio?

  • Creare un ambiente confortevole. Entriamo in uno stadio pensando di non conoscere ciò che vi si sta svolgendo. Vi sembra un luogo confortevole per passare assieme agli amici o alla famiglia 3 o più ore? I posti a sedere sono comodi? Posso passare una serata estiva nel migliore dei modi? Ho a disposizione con il minimo sforzo ogni cosa di cui ho desiderio? Mangiare, bere, servizi, ecc? Come possiamo pensare che le persone si siedano ore e ore su dei gradini di cemento o peggio ancora su quei poggiaculi che si vedono ultimamente e che con la loro forma anatomica sono fatti per il calcio, sia per stare seduti che per lanciarli in campo contro l’arbitro? Nello stadio del baseball ci vogliono sedili per il baseball, comodi, con schienale e braccioli. Il comune ci paga 1.000 poggiaculi? Facciamo installare 100 seggiole comode con schienale e braccioli e lasciamo per il resto il cemento. La prossima stagione ne chiederemo altri 100. Non ci sono soldi? Facciamoci regalare 10 seggiole di ferro ogni anno.
  • Creare un ambiente divertente. Mettiamoci nei panni di una famiglia; lo spettacolo che gli offriamo  è divertente? Nei luoghi dove si gioca a baseball devono  essere create una serie di iniziative che possano divertire il pubblico. Cerchiamo dei giovani animatori e organizziamo eventi di contorno. Creiamo la mascotte della squadra, organizziamo giochi per bambini e piccole gare in campo tra un inning e un altro. Organizziamo il chiosco che funzioni anche portando le bibite sulle tribune.
  • Incuriosire gli appassionati. Il baseball non può esistere senza la statistica. Ogni spettatore deve sapere tutto dei propri giocatori e dei giocatori avversari. Deve sapere cosa potrà succedere oggi in questa partita.
  • Coinvolgere tutti i vecchi appassionati incentivando il baseball e il softball amatoriale, coinvolgendoli poi alle partite della prima squadra attraverso abbonamenti gratuiti o a basso costo. La stessa cosa per tutte le squadre giovanili.
  • Creare eventi commerciali sul campo che coinvolgano attivamente negozi, ristoranti, artigiani, ma non con l’unico scopo di incassare dei sodi di sponsorizzazione, ma di creare eventi per il pubblico.

 

In conclusione il problema non è quello di piacere agli Americani, né quello di copiare dagli Americani. Non siamo però tutti dell’idea che dobbiamo prendere le cose migliori da chi questi problemi li ha affrontati e continua ad affrontarli tutti i giorni?

 

Vogliamo fare concorrenza al calcio? Con gli stessi metodi, la stessa filosofia e lo stesso modo di viverlo?

 

Non è importante se parliamo di IBL, ISL, Serie A, B, C o giovanili. Non è il livello che ci impedisce di rendere una partita di baseball divertente. E’ tutto ciò che ci sta intorno. Non è importante la partita vinta o persa o per lo meno non è così importante per il pubblico se questo si è divertito. Il baseball è uno sport duro per i giocatori, ma un passatempo per gli spettatori. Usciamo da qui e sarà un fallimento. Imitare il calcio non ci aiuta. Per fare questo occorre un grande sforzo di educazione. Conosciamo noi stessi il baseball e poi potremo spiegarlo ai nostri amici.

 

Alla base di tutto c’è un grande insegnamento che proviene proprio dagli Stati Uniti. Se le cose non vanno bene non cerchiamo chi risolva i problemi  per noi ma, troviamo noi stessi  la soluzione e questo ad ogni livello noi siamo: giocatore, allenatore, dirigente di società, dirigente federale, arbitro, classificatore o semplice appassionato.

Il baseball è ancora un grande mondo tutto da scoprire e allora scopriamolo.

 

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Commenti: 1
  • #1

    enrico camporese (martedì, 04 marzo 2014 11:06)

    Bellissimo articolo,con molte verità. Condivido!
    Grazie Paolo