
Non c'è nulla di più desideroso che mettere le mani su una barba di un Red Sox. Il lanciatore Ryan Dempster paragona una di queste barbe, con la pancia di una donna in dolce attesa. Tutti la vogliono toccare. Mano a mano che il campionato scorreva le barbe crescevano. Alcune rigogliose come quella di Mike Napoli, altre a chiazze come l'interbase Stephen Drew o pepe e sale come David Ross. "Non è importante come cresce; ognuna con la sua unicità e bella a modo suo", dicevano i Red Sox.
Tutto è iniziato con l'arrivo a primavera dell'esterno Jonny Gomez detto "The Ironside". Così Mike Napoli vide la sua barba e disse: "Anch'io la farò crescere" - "Cool" ! gli rispose Gomez. Da quel giorno la barba è diventata motivo di unione di questo gruppo. Erano i giorni dell'attentato alla maratona e la squadra si unì alle vittime, ai famigliari, alla Boston intera e la barba diventò l'espressione di quella unione e nacque "Boston Strong".

Un home-run di Mike Napoli non poteva essere festeggiato senza l'intera squadra a tirargli la barba e così con tutti gli altri. Dustin Pedroia quando tornò in panchina dopo aver fatto il fuoricampo sul Green Monster che decretò la vittoria sugli Orioles, ebbe tutte le mani dei giocatori a tirargli la barba. Ad un giornalista raccontò che nessuno può capire cosa significa decine di mani sporche di pece sulla tua barba.
E così tutta Boston si unì alle Barbe dei Red Sox fino alla fine, fino all'ultimo out che decretò i Red Sox Campioni del Mondo.

Un'altra barba però diventò famosa, quella del poliziotto Steve Horgan che per ben due volte fu colto dalle
telecamere a braccia alzate sugli homer dei Sox.
Ma la storia non finisce qui vista la magnifica idea di David Ortiz e Shane Victorino, che hanno pensato bene di coinvolgere la Gillette per una raccolta fondi a favore delle vittime dell'attentato alla Maratona, con il taglio a telecamere accese delle loro barbe.
Non poteva mancare all'evento Steve Horgan, il mitico poliziotto a braccia alzate.

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