________________________________ Una vittoria per continuare ad amare

Capita leggendo qua e la di trovare dei racconti di grande bellezza scritti da persone sconosciute, ma ricche di talento. Come sapete quando uno di questi racconti parla di baseball o come in questo caso di softball, non possiamo esimerci nel portalo a conoscenza dei nostri appassionati lettori.

Questo racconto che vi presentiamo oggi, è scritto da Alberto Robiati, che possiede un Blog. Questa la sua presentazione: Ci sono pezzi di quotidiano da fissare, embrioni di vissuti da menzionare, semi di emozioni da rivelare, scorci di pensiero da disegnare. Si tratta della vita. Che va raccontata. Io lo faccio quasi per “terapia”, di getto, automaticamente. Mi capita, senza pensarci troppo su, di farlo nei ritagli di tempo, nelle pause al lavoro, nel dormiveglia, tanto per fare qualche esempio.

Ecco il racconto di Alberto Robiati

 

FUORICAMPO

Fernando Yllera è a un capolinea. Se la sua squadra non vince oggi non ci saranno i play-off per la promozione in serie A. Se il prossimo anno non sarà serie A, niente main sponsor, come dice il Presidente. Senza i soldi dello sponsor, zero stipendi. Senza stipendio Fernando torna a casa, a Cuba.

 

Katrina Lockhart, detta hurricane, ha amato soltanto il softball in vita sua. Eppure da qualche tempo è certa di amare anche Fernando. E dire che ha avuto un bel da fare nel tenere segreta questa relazione. Anche a se stessa. O, meglio, al suo cuore. Finché non ha più resistito e ha baciato Fernando al termine di un allenamento, un paio di mesi fa.

 

Katrina è il pitcher, cioè il lanciatore. Dal suo braccio dipendono le sorti della difesa della squadra. In questa stagione ha messo a segno un numero notevolissimo di strike out, filotti di lanci validi non colpiti dai battitori avversari. Con tre strike torni a sederti, eliminato.
Bene, proprio per infilare strike in serie Katrina è arrivata da Melbourne grazie a un contratto “speciale”, come lo ha definito il Presidente. Ma senza la serie A, il prossimo inverno se ne torna dritta dritta in Australia. Con un volo altrettanto “speciale”.

 

Fernando, o “coach Yllera”, come lo chiamano tutti, è un omone di pelle scura, quarantaquattrenne ex lanciatore professionista della Major League americana. Infortuni e questioni politiche l’hanno però tenuto lontano dalla ribalta. Finché si è dato all’insegnamento di tecniche e tattiche di gioco, arrivando in Europa per allenare squadre di rilievo. Il Presidente l’ha voluto per assicurarsi una promozione diretta in serie A, ma le cose non sono andate tutte lisce e oggi la squadra si deve giocare l’accesso agli spareggi con l’avversaria di sempre, guarda caso a pari punti in classifica. Insomma, chi vince è dentro, chi perde è fuori.

 

Tutto si sarebbe aspettato, coach Yllera, compresa questa partita al cardiopalmo. Tutto prevedibile, sì, eccetto il fatto che si è innamorato di una ventenne nerboruta tutta grinta e determinazione che arriva dall’altra parte del mondo. Una storia d’amore che dopo mesi di clandestinità è stata dichiarata anche alla dirigenza, Presidente su tutti, grazie alla riservatezza poco discreta di Becky, il catcher titolare, che alla quarta birra media di una cena di squadra ha scherzato proprio sull’episodio del bacio in campo: “…E poi il coach è stato investito dall’uragano Katrina sul monte di lancio, che quindi è stato ribattezzato il monte di Venere!”.

 

Il Presidente, inutile nasconderlo, puntava proprio Katrina. Ha tentato di conquistarla a suon di regali, prima uno scooter per muoversi in città (“E per non arrivare tardi agli allenamenti!”), poi la tessera annuale allo Sporting Club, quello dei Vip, infine un viaggio premio di cinque giorni a Ibiza per due persone. Il Presidente ha dato per scontato che ci sarebbero stati insieme, ma Katrina ci è andata con Becky.

 

Per farla breve, il Presidente si è presentato nello spogliatoio di Fernando, all’inizio dell’allenamento successivo, per pronunciargli queste poche ed eloquenti parole: “Serie A o a casa, ci siamo intesi?”. Le ultime che il coach si è sentito rivolgere in maniera diretta dal Presidente. Fino a oggi.

 

Nei convenevoli di rito, a pochi minuti dall’inizio della partita, tra un “Che vinca il migliore” con i giornalisti e un “Abbiamo bisogno del vostro calore” con i tifosi, il Presidente ha anche gettato uno sguardo di avvertimento a Fernando imbottendolo con queste parole: “Sono certo che il nostro coach ha preparato al meglio questa partita, che è fondamentale per tutti noi e lo è anche per lui!”.

 

Katrina e Fernando non sono soliti scambiare molte parole. Si intendono con un’occhiata. Ormai arrivano al campo insieme, con l’auto di Fernando. E se ne vanno insieme, di solito diretti all’appartamento di Katrina, che dista un paio di chilometri da lì. Anche oggi è stato così: meglio riprodurre ogni comportamento rituale, sia per mantenere la concentrazione, sia anche, perché no, per scaramanzia.

 

Va tralasciata, per non eccedere in didascalie, la cronaca della partita. Sta di fatto che si arriva all’ultimo inning: avversari in attacco e punteggio in parità. Ci sono già due eliminazioni, ne basta una terza e si procede con l’extra inning per tentare di vincere questa sfida così intensa. Katrina ha il braccio stanco, dopo aver lanciato ad altissimo livello per sei inning consecutivi. Adesso ha concesso qualche battuta e le basi sono piene. Per dare il giusto risalto enfatico alla faccenda, va annotato che l’allenatore avversario è ovviamente spocchioso e antipatico e la giocatrice alla batutta è, guarda un po’, proprio la stella della squadra avversaria, che si gioca con Katrina il titolo di “miglior giocatrice del campionato”.

 

Tensione alta, come normale che sia. La battitrice ha colpito forte la prima palla, spedendola lungo la linea laterale, fino a oltrepassarla. Conta come strike. Seguono tre ball segnalati dall’arbitro, molto contestati da pubblico e giocatrici. Fernando Yllera è in silenzio, in piedi con le braccia incrociate. Guarda fisso Katrina che fa girare la lingua in bocca tra labbro e denti superiori. Katrina fa roteare il braccio e lascia la palla con veemenza. Strike.

 

“Conto pieno”, rumoreggiano in tribuna vicino al Presidente. Un altro strike vuol dire extra inning e ulteriore possibilità per Katrina e Fernando di prolungare il loro amore. Un altro ball vuol dire invece che si resta in serie B, perché tale è una vita senza la possiblità di stare con la persona amata.

 

Katrina respira a fondo, cerca quel poco di concentrazione possibile, anche se a questo punto le riesce poco. Il cuore tambureggia in gola, il pensiero di perdere Fernando la strazia. Gli occhi si fanno lucidi. Uno sguardo all’indirizzo delsuo amore, che appare impassibile a bordo campo. Ma anche i suoi occhi sono lucidi.
Katrina scuote la testa, sbuffa, poi torna a fissare l’attenzione sulla battitrice avversaria. Il coach avversario passeggia nervoso davanti al dug out. La nostra eroina getta rumorosamente aria fuori dalla bocca. Quindi riparte con il consueto movimento del lancio. Un passo, due, il braccio ruota e via, la palla è lanciata forte, come sempre. Un rise che va salendo fino al limite consentito.
Battitrice impietrita, la palla con un tonfo sordo finisce nel guantone di Becky. La frazione di secondo che separa dal responso dell’arbitro sembra, come lecito attendersi in un momento come questo, eterna.
Finché: “Ball!”, grida.
Il pubblico insorge, la dirigenza si indigna, le giocatrici in campo aspramente e volgarmente contestano. Mentre le avversarie esplodono in euforia festante.

 

Katrina è paralizzata sul monte di lancio, dove baciò il suo amato allenatore Fernando.
Lui sputa per terra e senza dire una parola si dirige verso lo spogliatoio raccogliendo mazze e guantoni.

 

Katrina scalcia la terra e poi si avvia in silenzio verso Fernando. Entrambi raccolgono le proprie cose e si allontanano dal campo.
Il tempo di un incrocio con il gruppetto dei dirigenti, che fanno capannello intorno al Presidente.
Fernando e Katrina sfilano accanto. I dirigenti ammutoliscono. Il Presidente e il coach si scambiano un’occhiata: carico di risentimento il primo, freddo e inespressivo il secondo.

 

I due amanti salgono in auto, si avviano verso casa. Nessuno accenna a dire alcunché.

 

Dopo aver svoltato nel viale, un uomo su uno scooter ritiene che la manovra di Fernando sia stata sbagliata e attacca a insultarlo. Né il coach, né la lanciatrice lo degnano di attenzione, neppure fermi al semaforo, dove l’uomo sullo scooter, un cinquantenne benvestito e abbronzato, seguita nel suo sproloquio.

 

Svoltano nella strada secondaria che porta verso l’appartamento di Katrina e l’uomo sullo scooter prende dietro di loro, inveendo a squarciagola. Alcuni passanti si girano a guardare la scena.

 

Fernando Yllera butta un occhio allo specchietto retrovisore: l’uomo sullo scooter insegue a pochi metri. Fernando accosta e ferma l’auto sul ciglio della strada. L’uomo sullo scooter percepisce la sfida e si ferma pochi metri più avanti, urlando: “Che cazzo vuoi?! Guarda che ti faccio un culo così!”.

 

Fernando e Katrina scendono dall’auto, aprono il bagagliaio ed estraggono due mazze e il sacco pieno di palline. Senza dirsi una parola e senza neppure guardarsi, cominciano a battere le palle una dietro l’altra verso l’uomo sullo scooter.

 

Come in un gesto d’amore sincronizzato eseguono swing da manuale. Ecco che parte un bolide “valido” di Fernando: salta il fanalino posteriore dello scooter. Un anticipo che andrebbe dritto sulla terza base di Katrina sfonda la carena laterale, facendola cadere sull’asfalto.

 

L’uomo sullo scooter è come congelato, non ha il tempo di reagire che subito lo raggiunge un rasoterra da “doppio” di Fernando. Un suono acuto evidenzia il colpo sulla ruota anteriore, lo scooter barcolla. L’uomo tenta di ripararsi con le braccia, ma viene colpito da una “valida sull’esterno centro” di Katrina. Adesso il suo grido è di dolore.

 

Fernando sventola ancora la mazza a tutto braccio pensando ai prossimi mesi che dovrà passare senza Katrina. Il benvestito sullo scooter viene colpito di rimpallo a un ginocchio, dopo che la pallina ha investito il cruscotto dello scooter, facendone saltare una parte sull’asfalto.

 

I vetri in frantumi del fanalino anteriore ricordano a Katrina il brindisi che i due amanti, in occasione del loro ultimo incontro d’amore, han fatto per augurarsi buona fortuna: “Alla nostra passione, che brucia i migliaia di chilometri che separano le nostre terre!”.

 

L’uomo sullo scooter, sbiancato dalla paura, sembra implorare qualcosa e accenna a ripartire. Una palla scagliata dalla mazza di Fernando lo colpisce però alla mano destra, provocandogli una probabile frattura. Passerà un po’ di tempo prima che torni a firmare assegni con la sua penna d’oro.

 

Poi, in un impeto di autoconservazione, l’uomo sullo scooter riesce a spingersi più in là e a ripartire, ma lo stato di choc lo disorienta, lo scooter sbanda e finisce sull’asfalto, scivolando poi tra terra ed erbacce oltre la carreggiata.

 

Fernando e Katrina rimontano sull’auto, che il coach guida piano affiancando l’uomo coricato vicino al suo scooter a bordo strada.

 

I due amanti si guardano negli occhi un istante, fotografando il proprio amore reciproco. Si battono il palmo della mano in segno di successo, come fossero al Giant’s Stadium.
Sembrerebbe di sentire lo speaker farne la cronaca: “Dopo un fantastico fuoricampo, Katrina Lockhart batte un cinque a coach Yllera vicino alla panchina. Stiamo parlando di due grandi campioni, signori, gli artefici di questa entusiasmante vittoria!”.
E così, come tra i cori appassionati di uno stadio pieno, Fernando e Katrina sfrecciano via con l’auto.

 

Alberto Robiati           Vai al suo Blog

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